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lunedì 16 febbraio 2015

Sesso, lusso e … capitalismo!


Che tiri più di un carro di buoi... non lo dice solo la saggezza popolare. È la tesi che Werner Sombart, sociologo ed economista tedesco, sostenne nel suo curioso libro “Lusso e capitalismo”, scritto nel 1921.

La tesi del discusso Sombart (fu uno dei tanti intellettuali dell’epoca adombrati dalla loro ambiguità riguardo il nazismo) è che il consumo e il lusso sono stati la molla principale dello sviluppo del capitalismo. Le corti europee e le grandi città sono stati i centri del lusso. E il lusso è appannaggio delle belle donne che vogliono essere circondate di  bellezza e sensualità e pretendono oggetti che incantino i sensi. Esatto: pretendono. Ai loro mariti, ai loro amanti. Corredi nuziali sontuosi, o pegni di amore più o meno lecito. Nel bilancio della corte di Versailles, sotto la voce menus-plaisirs, si nascondono ingenti spese: dagli  stipendi fissi e regali alle favorite al allestimento di feste e spettacoli, che coinvolgevano architetti, musicisti, pirotecnici, giardinieri... La dama di corte (appunto, la cortigiana), la “meretrice onesta” (sic!) la favorita in carica, l’attrice di successo dettano le mode. Oggi le chiameremmo escort di lusso. Le altre donne, la piccola aristocrazia e l’alta borghesia si potrebbe dire anacronisticamente, così come le demi-cocottes - prostitute con pretese da escort- , cominciano ad ambire le stesse cose, addomesticando il lusso, richiedendo ai loro mariti o amanti ricchi vestiti, case sontuose, gioielli preziosi. 

Si concentra a Grasse, in Provenza, la coltivazione di molte materie prime per i profumi; i guantai che confezionano i guanti profumati formano una forte lobby. (Poi ci sarebbe tanto da dire sul orrore per l’acqua, facciamo un’altra volta ok?) Si importano materie prime esotiche: porcellana, seta, indaco, spezie e aromi, piume. La quintessenza del lusso: cose perfettamente inutili, bagatelle, pagate a peso d’oro. (Leggete la storia delle Compagnie delle Indie e le loro guerre non solo commerciali). 



Tra le grandi cortigiane – “dame di corte” - Sombart cita Laure de Noves (la Laura di Petrarca) o Lucrezia Borgia. Tra le cocottes e maîtresses della corte francese include la giovane Maria Antonietta, la quale, anche se moglie legittima, nei suoi anni come Delfina dovete “gareggiare” con le favorite di Luigi XV, prima fra tutte Madame du Barry (suscita pietà sapere che queste due donne continuarono a essere accomunate nella morte: l’amante del vecchio re fu trascinata tra lacrime e lamenti, “ancora un momento, signor boia”, al patibolo; solo qualche mese prima la vedova Capeto, spogliata da tutti i suoi titoli e orpelli, annientata come donna e come madre, aveva subito con rara dignità la stessa sorte. Tutte e due furono sepolte nelle fosse anonime del cimitero della Maddalena, protettrice  delle prostitute pentite ...)

Non è questo il posto adatto per disquisire sulla bontà della tesi di Sombart, che era un romantico del anti capitalismo. Attribuire le “colpe” della sua nascita a queste belle donne e la loro sensualità senza freni non è un po continuare il filone della “strega ammaliatrice” o di Eva madre di tutti i mali?

Nel frattempo vedo come, nel secondo decennio del XXI secolo, i brand del lusso continuano ad aumentare i loro benefici. E marchi che prima erano esclusivi di reali e banchieri corteggiano il mercato delle escort e di chi vorrebbe esserlo.  Segno che siamo alle porte di una nuova Bastiglia? Qualche maligno direbbe: magari...



1 commento:

  1. Werner Sombart è stato un noto economista e sociologo tedesco vissuto nel periodo del nazismo. Egli studiò il ruolo del lusso nella nascita del capitalismo e analizzò diversi altri aspetti pubblicando una serie di opere molto note. Vi faccio i miei auguri per il vostro blog!

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